Obesità
Esiste una classificazione, proposta da
un ricercatore di nome Mayer, impostata sul piano fisio-patologico
e tesa a raggruppare le varie forme di obesità in due classi:
regolatorie/alimentari e non combustive/non iperfagiche.
Le obesità regolatorie/alimentari sono costituite da quei
casi in cui il sovrappeso si realizza a seguito di un eccessivo
introito energetico.
Le obesità non combustive/non iperfagiche sarebbero costituite
invece da quei casi in cui, non essendo dimostrabile un'alterazione
del comportamento nutrizionale, si debbono far risalire a un'alterazione
metabolica specifica.
Un'altra classificazione fondata sul criterio istologico, trova
origine nel fatto che il tessuto adiposo può aumentare
la propria massa attraverso l'aumento di volume degli adipociti:
obesità ipertrofica; oppure per un aumento del numero degli
stessi: obesità iperplastica.
Tuttavia recentemente tale concezione è stata corretta,
non essendo sempre così netta la differenza tra le due
forme. Entrambe condividerebbero infatti l'aumento di volume degli
adipociti e pertanto si possono considerare le forme ipertrofico-iperplastiche
e ipertrofiche pure.

Le prime sono proprie dell'età giovanile, in quanto numerose
ricerche dimostrano che gli adipociti mantengono, sino al diciottesimo
anno di età del soggetto, la capacità di moltiplicarsi.
Pertanto, nelle obesità insorte nell'infanzia e nell'età
puberale, l'aumento del tessuto adiposo avviene sempre per un
aumento prevalentemente numerico degli stessi.
Dal momento che il numero di tali adipociti raggiunto in una certa
età non può diminuire, le obesità iperplastico-ipertrofiche
saranno particolarmente resistenti agli interventi terapeutici.
Inoltre in questi casi il rischio di recidiva è maggiore
rispetto a quanto si osserva nelle forme ipertorfiche pure.
La classificazione delle varie obesità proposta da Mayer
può essere completata con una indagine eziologica e pato-fisiologica.
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